Dan Flavin - l'artista del Neon
- Noemi Capistrano
- 17 ott 2020
- Tempo di lettura: 2 min
"Non si può pensare alla luce come a un dato di fatto, ma io sì. Ed è, come ho detto, un'arte semplice, aperta e diretta come non la troverete mai." (Dan Flavin)
Dan Flavin (New York 1° Aprile 1933 - New York 26 Novembre 1996) è stato un artista statunitense che ha fatto della luce la protagonista assoluta della sua arte. Le sue "icons" come venivano definite da lui stesso, sono ad oggi soprattutto nell'ambito del design, rinomatissime.

Pioniere del minimalismo degli anni sessanta, Flavin studiò per un breve periodo storia dell'arte alla New School for Social Research di New York, e pittura e disegno in seguito alla Columbia University. Le sue opere essenziali hanno rappresentato una nuova maniera di intendere l'opera d'arte, vista dal suo punto di vista come qualcosa priva di significato.

Da sempre le luci Neon riescono, seppur con la loro estrema semplicità, ad attirare l'osservatore e a rendere l'ambiente in cui viene integrato molto più particolare e suggestivo. Il Neon articolato in composizioni infinite diventa una parte essenziale dello spazio in cui è collocato.

Le installazioni essenziali rappresentano al meglio il movimento minimalista che suscita una naturale distanza e freddezza in chi le osserva. Ciò avviene perché il minimalismo, a differenza delle altre correnti artistiche, "spoglia" l'opera d'arte da ogni tipo di sentimento; proprio per questo motivo lo stesso Dan Flavin affermava che le sue opere sarebbero sopravvissute finché il sistema elettrico avrebbe retto, andando contro anche al concetto di arte come qualcosa di infinito e di inesauribile, eliminando quindi il lato magico e poetico dell'arte.

Un modo quindi alternativo di percepire l'arte figlio probabilmente anche del periodo storico in cui si sviluppa, ovvero quello del Boom economico degli anni '50-60 dove il consumismo era il fulcro della vita quotidiana. Un rapporto apparentemente paradossale quello tra Minimalismo e Consumismo dove il primo tende a ridurre all'essenziale mentre il secondo invece ad esaltare all'uso anche del superfluo, che trova però un punto in comune nel rifiuto al concetto di infinito, nulla è destinato a durare per sempre.

Opmerkingen