Edward Hopper, l'artista dell'alienazione e della solitudine.
- Noemi Capistrano
- 2 lug 2020
- Tempo di lettura: 2 min
Aggiornamento: 4 lug 2020
"Se potessi dirlo a parole, non ci sarebbe alcun motivo per dipingere".

L'alienazione è una tematica estremamente attuale. L'uomo contemporaneo vive una vita che si allontana sempre di più dalla dimensione propriamente umana e si consuma in una routine monotona, vive bloccato in un mondo fittizio, assorbito dalla dimensione consumistica della realtà.

Sono proprio la solitudine e l'alienazione ad essere le tematiche protagoniste delle opere di Edward Hopper artista americano, esponente del realismo, più importante della storia; scenari urbani desolati, distributori di benzina deserti, case isolate, figure umane isolate e dall'aria malinconica incapaci di comunicare e chiusi all'interno di grandi spazi vuoti. Hopper, con i suoi dipinti, che sembrano quasi delle fotografie, riesce a raccontare qualcosa che tutti abbiamo dentro di noi anche senza saperlo.

Nasce negli Stati Uniti nel 1882 da una famiglia borghese, nel 1900 entra nella "New York School of Art " un prestigioso istituto da cui sono usciti alcuni esponenti dell'arte americana dell'epoca. Durante alcuni viaggi studia e sperimenta diversi linguaggi e tecniche fino a maturarne uno tutto suo nel 1909; Hopper è infatti interessato a composizioni architettoniche in cui inserire pochi personaggi che vediamo quasi sempre vivere in maniera distaccata da tutto il resto.

Le sue opere raccontano l'America dell'epoca ritraendo momenti della vita quotidiana, le scene, seppur realizzate con colori vivaci e brillanti suscitano una sensazione di malinconia e di inquietudine. La sua estetica è un riferimento importantissimo anche per il mondo del cinema, molti sono stati i registi che hanno imparato da lui a mettere una particolare attenzione alle scenografie, anch'esse capaci di esprimere sensazioni ed emozioni.

I soggetti di Hopper sono soggetti privi di identità, rappresentanti di stereotipi della vita quotidiana, sono personaggi che raccontano un'alienazione profonda, il loro volto esprime un distacco da ogni tipo di emozione, una sorta di rassegnazione ad una vita probabilmente infelice.

Le sue opere sono un vero e proprio specchio della società odierna, osservando i suoi dipinti proviamo un forte senso di empatia, forse perché ci rivediamo in quei personaggi malinconici o probabilmente perché anche noi siamo in realtà alienati; convinti ad esempio che attraverso uno schermo siamo protagonisti di una vita di cui in realtà siamo e saremo soltanto spettatori.
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